Videomessaggio a proposito della rinuncia di Lacchiana.



Leggo con interesse ma, soprattutto, con stupore e preoccupazione che il candidato Sindaco Lacchiana ha in animo di rinunciare alla carica di consigliere comunale (LA SICILIA del 3/05/2019).

Dico subito, contrariamente a quanto sostenuto in modo perentorio nell’articolo, che a Lacchiana non subentrerebbe Carmelo Lombardo, primo dei non eletti della lista “Per Aidone”, ma il sottoscritto, nella qualità di candidato Sindaco non eletto che segue e che ha ottenuto almeno il 20% dei voti. Almeno questa è la mia interpretazione, desumibile dal quadro normativo vigente in materia, poiché la fattispecie in questione non trova specifica regolamentazione. Questo lo affermo perché domani non si dica che la mia nomina (surroga) sia stata il frutto di un cavillo del quale non se ne conosceva l’esistenza.

Premesso questo, dico subito che non ho alcuna fregola di fare il consigliere comunale, almeno per questa via.

Lacchiana quando si è candidato sapeva benissimo che in caso fosse arrivato secondo sarebbe stato eletto consigliere comunale. Non mi sembra abbia detto agli elettori aidonesi che la propria candidatura era condizionata alla sola elezione a Sindaco. Se così fosse avrebbe mentito per la gola solo sette giorni fa, data dell’ultimo comizio, quando ha affermato che la propria candidatura era piena.

La legge regionale che regola le elezioni comunali è stata modificata nel 2016, uno dei punti salienti riguarda proprio il riconoscimento del seggio al candidato Sindaco non eletto che consegue almeno il 20% dei voti. La novella normativa, così, ha voluto assegnare un ruolo preminente al candidato Sindaco non eletto come rappresentante di una fetta notevole di elettori che non si è rispecchiata nel candidato Sindaco eletto.

L’elezione a consigliere comunale, pertanto, non è un contentino dato al Sindaco non eletto del quale può disporre a proprio piacimento, magari per utilizzarlo per accontentare il primo dei non eletti della propria lista (fatto peraltro controverso, come spiegato prima). No! È un dovere di rappresentanza che ha contratto con gli elettori allorquando ha firmato l’atto di accettazione della propria candidatura a Sindaco. Dovere non delegabile, surrogabile, abdicabile o rinunziabile.

Sii serio Enzo. L’isteria che traspare dal tuo proposito è una reazione infantile e capricciosa che non si addice né alla tua età anagrafica né al cursus honorum che hai dettato all’autrice dell’articolo che ha dato spunto a questo mio intervento.

Come fai a non renderti conto che, una volta che hai preso la scellerata decisione di ricandidarti, hai un dovere ulteriore? Hai il dovere di difendere il tuo operato e quello dei tuoi collaboratori dei trascorsi cinque anni nella sede istituzionale preposta: l’aula del Consiglio Comunale. Ti ricordo che il tuo amico, il candidato Sindaco non eletto di Catania, Enzo Bianco, siede tra i banchi del Consiglio Comunale di quella città, proprio in virtù del medesimo meccanismo elettorale.

In conclusione, hai un preciso dovere politico, morale ed etico a fare il Consigliere Comunale: onoralo! Non esiste alternativa.

Senti, Enzo, rubrichiamo pure la cosa come il frutto della stanchezza e della delusione per la cocente sconfitta, facciamo finta di niente e andiamo avanti.

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