Il 26 aprile dello scorso anno cadde di venerdì.
Domenica 28 si votò per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale aidonese.
Come tutti i venerdì che precedono le votazioni si tennero gli ultimi comizi da parte dei candidati.
La sorte volle che ad aprire le danze fosse la lista Progetto Aidone.
Delle cose che disse Chiarenza, due mi colpirono in modo particolare.
Si autodefinì GARANTE e CO-LEADER della coalizione.
In buona sostanza voleva affermare che la lista che lo sosteneva era il frutto di un accordo tra tanti potenziali candidati che per necessità avevano scelto lui quale candidato sindaco.
In altre parole, non era il candidato naturale, il candidato intorno al quale si era aggregato quel gruppo ma solo quello sul quale si erano accordati tutti.
Ecco, allora, l’affermazione successiva: “sono il co-leader della coalizione”. Siamo, cioè, dei pari.
Ne consegue che non c’era nessuno al quale venisse riconosciuta la primazia verso gli altri.
Disse queste cose in un sussulto di onestà intellettuale o lo costrinsero a dirle pubblicamente per comprometterlo agli occhi dei cittadini? Non saprei dire, tant’è.
A meno di un anno da queste solenni affermazioni, il 14 aprile, avviene un fattaccio che le pone sotto una luce diversa e le disvela per quello che erano: SPUDORATE BUGIE.
Alla prima occasione, al primo screzio (per quello che ci è dato sapere), infatti, smette i panni del garante, dell’arbitro e si mette a giocare la partita per proprio conto.
Da garante si trasforma in sgherro, giudice e carnefice che prima indaga poi infligge la pena ed infine esegue la condanna a morte della sua vice: quella stessa Serena Schillirò che avrebbe dovuto essere garantita proprio da lui.
Quella stessa Serena Schillirò che rinunciò a candidarsi a sindaco per confluire nella lista Progetto Aidone.
Da co-leader si tramuta in LIDER MAXIMO e così facendo certifica la fine di quel tanto decantato Progetto Aidone e di tutte le sue componenti.
Questa defenestrazione, aldilà del merito, è la rappresentazione plastica del fallimento della pretesa di un’accozzaglia di saper e di poter ben governare Aidone.